Questa è la storia dettagliata
(anche troppo!) della genesi di RAISING HELL, il primo vero disco in studio dei Messerschmitt
L’obiettivo di questo lungo
racconto, destinato si più ai curiosi per natura e ai veri fans dei Messerschmitt, è
quello di testimoniare cosa significa produrre un disco di musica originale da
parte di una band underground. Il racconto attinge al blog, curato da Francesco
Riffmachine, in cui sono raccolte, durante tutto il lungo periodo di lavorazione del disco durato due anni,
tutte le sensazioni provate dalla band, raccontando (quasi sempre “a caldo”) le
varie fasi, i continui rinvii, i ripensamenti ma anche il grande entusiasmo che
ha accompagnato la produzione di questo CD.
Ladies and Gentleman, ecco a voi,
nudi e crudi, i pensieri e i fatti che hanno portato alla pubblicazione di
RAISING HELL, preceduti da una frase che sintetizza tutto quello che leggerete
dopo:
We
don't know if there are going to be other Messerschmitt records, for sure, no
other will be waited like this one!
UNA BREVE NOTA, PEZZO PER PEZZO
1. RAISING HELL
Raising Hell, la title track dell’album, da subito ci è sembrato un pezzo molto rappresentativo del nostro sound, in cui si mescolano diverse influenze ma dove alla fine prevale una nostra modalità di concepire il metal come band. Per noi il “tiro” deve prevalere su tutto e su questo pezzo abbiamo lavorato molto insieme ed il risultato evidenzia la nostra volontà di legare il sound dei Messerschmitt dediti al metal classico degli anni 80 con le influenze più recenti, nella ricerca di una ispirazione più “identitaria” da parte della band, sia in termini di scrittura che di sound. Con Raising hell in sostanza la band si presenta per quella che è oggi, rivolgendosi sia alle nuove che alle vecchie generazioni di metallari. Con questo brano, più che per gli altri, vale il nostro motto… prendere o lasciare... questi sono i Messerschmitt!
2. LIKE WATCHING A NEW CHILD BORN
Luca Loreti: "Questo è il pezzo dell'album, del quale, io personalmente sono particolarmente orgoglioso. E' il primo testo che ho scritto da quando sono nella band". Guardare un bambino appena nato ti fa riassaporare il miracolo dell'esistenza, nonostante le "ferite", le angosce e il trambusto ordinario che la vita propone, per cui se si è stati svegli durante un periodo buio, l'alba può apparire come un incantesimo al quale abbandonarsi e arrendersi addirittura, guardandola come si guarderebbe una nuova creatura che si affaccia alla vita. I riff iniziali di Fabrizio sono piaciuti subito a tutti e da lì è iniziato un lavoro di arrangiamento, di completamento delle linee vocali e del testo, per un risultato che ci ha davvero soddisfatto. E' una canzone molto "sentita", combinazione perfetta tra parole e musica. Nonostante tutto, la vita vince, va avanti, quindi non resta che andare dritti, continuare a camminare assaporandone tutte le meraviglie: Questa è la "cifra" identificativa del pezzo.
3. BORN IN THE SLUMS OF ROME
L’intenzione era quella di costruire un pezzo anthemico con cui chiudere i live, che potesse rappresentare il seguito di Heavy metal fighters, sia per noi che per i fans. Anche qui ha prevalso un lavoro di squadra rispetto ad un testo che ci rappresenta tutti, nel profondo, forse più di qualsiasi altro dei Messerschmitt. Al di là della zona di provenienza, infatti, ci sentiamo tutti un po’ “nati nei sottofondi di qualcosa”, descrivendo con questo la condizione di sostanziale emarginazione, frustrazione e rabbia che è una delle principali fonti di ispirazione del nostro metal. Ci siamo sempre sentiti una metal band della “working class” e appartenenti a quella “Roma” periferica e trascurata che alimenta voglia di riscatto, frustrazione e malinconia. La condizione di chi vive a Roma oggi, anche visto l'ingombrante retaggio storico della Città Eterna, ben si presta a rappresentare queste sensazioni. Si tratta del risultato di promesse mai mantenute e di continue delusioni per quello che, in fondo, è un “amore” non corrisposto da parte di una “città” che non ama quanto viene amata, anzi ci spinge sempre più ai margini. Con questo brano, fatto di riff e ritmica taglienti alternati ad un coro epico quanto “malinconico”, rivendichiamo, quindi, una condizione a cui risale la nostra attitudine metallica, a partire dagli inizi, quando, imberbi adolescenti, imbrattavamo con lo spray un muretto di Largo Preneste con il nostro monicker, per arrivare sino ad oggi, tutti vicini ai 50 (chi poco sopra, chi poco sotto) ancora perennemente incastrati nel traffico per raggiungere la sala prove, ma con la stessa musica “a palla” nello stereo e con lo stessa voglia di arrivare (almeno alla sala prove…) di oltre 30 anni fa!
4. GLIMPSE OF SHAME
La maledetta... questo il termine con il quale il nostro drummer l'ha etichettata, dopo aver ascoltato il pattern di batteria che avrebbe dovuto sviluppare: la chiamiamo ancora così. Se non lo conoscessimo come una persona sobria, tranquilla, concreta, avremmo potuto pensare, dopo aver sentito i riff di questo pezzo, che Fabrizio avesse voluto cimentarsi in esercizi lisergici degni del miglior… o del peggior Syd Barrett, tanto che Mario, dopo un primo ascolto, gli disse "a Fabri', ma de che te sei fatto???" E' un pezzo "complicato", ma molto stimolante allo stesso tempo. Ci ha messo davvero alla prova, in prospettiva anche futura, rispetto al sound che vogliamo sviluppare e al tipo di musica che vogliamo scrivere e suonare. Le parole (il testo è di Luca Loreti) traggono ispirazione da un libro, scritto da un sopravvissuto al regime dei Khmer Rossi in Cambogia, che, dopo una ventina d'anni, si ritrova, come giornalista, ad intervistare il suo torturatore e carceriere. "Non voglio vendetta e non cerco la verita', mostrami solo un lampo di vergogna e fammi vedere cosa fa di un uomo... un uomo!". Tanto lavoro, ma molta gratificazione per "la maledetta"!.
5. HUNTER TODAY, PREY THE NEXT DAY
Pezzo "tirato", scritto da Francesco, probabilmente quello che in preproduzione ha subito meno stravolgimenti. Il ritornello dà respiro, anche se non proprio da rilassarsi completamente, ad un ritmo serrato, di strofa ed inciso, quasi da apnea. Il testo è chiaramente riferito alla questione ancestrale che ogni essere vivente affronta nel corso della propria esistenza, oggi sei "cacciatore", domani però potresti diventare "preda", quindi, inconsciamente forse, c’è la predisposizione a voler avere e a godere tutto, subito, prima che sia troppo tardi. Metaforicamente è un'allusione ai tempi frenetici che viviamo. Il "tiro" del pezzo certifica la velocità e la ricerca spasmodica di "benessere egoista", di certi atteggiamenti della vita quotidiana tipici di questo tempo.
6. ONCE AGAIN
Once again è la canzone che, nella pre-produzione, ha subito la maggiore quantità di "manipolazioni" rispetto all'idea originale. Pezzo accantonato in un primo momento, nato come ballad semi acustica, è diventato, in seguito, una vera e propria eruzione vulcanica. I riferimenti lirici sono riconducibili ad un naufragio, con circostanze autobiografiche di Francesco, ma il testo si può considerare una canzone d'amore a tutti gli effetti, con allusioni ai rimpianti e alla consapevolezza di non poter tornare indietro e recuperare qualche mancanza. L'inizio, molto atmosferico, dà quasi un senso di pace e tranquillità, preludio allo sfogo e alla paura di dover affrontare un allontanamento definitivo dalla persona amata. L'arrangiamento è stato montato e rimontato più volte, con tagli e aggiunte anche nelle parole. Un'intuizione di Fabrizio, ne ha, alla fine, determinato la stesura finale, che ci piace moltissimo e che trasforma definitivamente una ex ballad... in un brano killer!.
7. THE FINAL SCORE
Questo brano è stato oggetto di numerose modifiche, rispetto ad una stesura originariamente molto legata alle nostre radici ottantiane. La prima versione conteneva espressamente citazioni “priestiane” (ora solo parzialmente sopravvissute) ed una ritmica diversa. Grazie ad un lavoro di squadra ne è uscito un pezzo abbastanza controverso, con un sound che nel disco sembra costituire un momento di “respiro”, quasi avulso dall’atmosfera che pervade il resto dell’album, ma associato ad un testo che, invece, è uno dei più “catastrofici” del repertorio della band. Si parla del comportamento irresponsabile del genere umano in campo climatico ed ambientale e del “conto” che la natura prima o poi ci farà pagare. Poteva essere scontato accompagnare questa trattazione con una musica diversa, a tinte più scure e pessimistiche, ma noi abbiamo voluto metterci dalla parte della natura e trattare il tema sullo sfondo di una bella cavalcata, a tratti melodica, che costituisce quasi una provocazione, rispetto ad un “risultato finale” che l’umanità si sta veramente meritando.
8. BRAKELESS
Brakeless è uno dei pezzi che forse più degli altri conserva le nostre antiche radici ottantiane (con alcune citazioni maideniane che normalmente cerchiamo di evitare perchè stra-abusate). I riff di base non sono “nuovissimi” ma abbiamo voluto accettare la sfida di proporlo insieme al resto grazie ad un arrangiamento che nel tempo ha preso una strada inaspettata, riuscendo a rendere il brano compatibile con il resto dell’album. Qui abbiamo voluto ricreare una stretta dipendenza tra il testo e le sensazioni trasmesse dalla musica, con una ritmica che in certi momenti diviene volutamente ossessiva, richiamando l’immagine di una “folle corsa” verso l’ignoto. Il concetto è quello della velocità come stile di vita, con tutti i chiaro scuri che comporta in termini sociali e filosofici, ma nella nostra proposta prevale l’approccio adrenalinico di chi è abituato o costretto a correre, indipendentemente dalla meta. Forse in altri tempi questa immagine avrebbe potuto rappresentare un clichè del metal, con esplicita volontà di attirare l'attenzione le simpatie dei biker, ma oggi per noi, vista l'età media della band, il testo ha un sapore diverso, rabbioso, di chi sente la vita scorrere veloce e si rende conto che non c’è tempo per esitare, la vita è sempre più un imbuto infernale, una sfida senza garanzie. Il finale del pezzo, anche dal punto di vista del racconto testuale, resta aperto volutamente… molti continueranno a godere dell’ebbrezza della velocità, molti si schianteranno alla prossima curva… così va il mondo! (n.b. un effetto inserito in fase di post produzione fa propendere l'ascoltatore verso l'ultimo epilogo..)
LA STORIA DI RAISING HELL RACCONTATA ATTRAVERSO GLI ESTRATTI DAL BLOG DI FRANCESCO "RIFFMACHINE" CIANCALEONI
I lavori del primo full lenght in
studio dei Messerschmitt sono iniziati nel
febbraio del 2016, praticamente
all’indomani del mini tour con in Battleroar. La sfida, iniziata
concettualmente dopo la pubblicazione del CD live Naked Truth (2015), è stata
quella di proporre solo brani nuovi, evitando di pescare nel vasto materiale da
tempo nel cassetto della band.
Per tutta la primavera e l’estate
del 2016 abbiamo lavorato alle registrazioni su quello che ritenevamo sarebbe
stato il materiale del disco, la cui uscita, nelle nostre aspettative, era
fissata entro la fine dell’anno.
Con questo obiettivo il 2016 ha
visto un minore impegno della band nell’attività live, ma un grande lavoro
organizzativo ed artistico sulla produzione del disco. Oltre ai ruoli
consolidati di Fabio Lanciotti come producer e di Gianfranco Belisario come
responsabile del management, è di questo periodo la nostra decisione di
avvalerci di diverse collaborazioni finalizzate alla produzione e promozione
del disco, tra cui quella con la MMFactory per la comunicazione Web, quella con
Giampiero Wallnofer per la cover art, quella con Umberto Tamilio “Umbozzy” per
alcuni effetti di contorno e quella con Raimondo Sperlonga per la supervisione dei
testi e delle linee vocali.
Nel maggio del 2016 ci siamo trovati con un cantiere aperto e impegnati
sul disco in un modo nuovo.
Dal blog:
…Abituati a fare tutto da soli
(come gran parte delle band underground), passare ad un metodo che prevede
condivisione e co-partecipazione con elementi esterni alla band è un grande
salto, ma spesso si risolve anche in una buona dose di ansia. Non vi nascondo
che io per primo, forse per la prima volta, ho toccato con mano questo problema
(eruzioni cutanee, condivise con Flavio, colite, problemi a prendere sonno e
stanchezza cronica), perché il demandare equivale ad una perdita di controllo e
gestire la tempistica di un lavoro sulla base dei tempi e delle disponibilità
degli altri, diventa faticoso quanto sorprendentemente appagante per la
"ricchezza" di nuovi spunti e contenuti che confluiscono nel prodotto
finale. Facendo un punto ad oggi, inizio col dire che abbiamo ricevuto una
prima bozza di copertina, da parte del disegnatore che abbiamo incaricato
(ancora non rivelo il nome ma si tratta di un personaggio noto nell'ambito del
fumetto e della grafica con molta esperienza alle spalle), oltre ad alcune
proposte di revisione di linea vocale da parte di Raimondo Sperlonga che ci
hanno entusiasmato. Tutto questo mentre la band è impegnata in sala prove, dove
stanno avendo luogo sessioni a ranghi completi sull'arrangiamento finale dei 4
pezzi più nuovi, oltre a sessioni "a ranghi ridotti" per mettere a
punto alcune cose sui primi 4 pezzi prima di andarle a registrare. Stiamo
rivedendo tutte le parti di chitarra in funzione del disco, i riff vengono
scomposti in funzione della possibilità di registrare diverse linee su tracce
separate. Anche sulla voce il lavoro è quello di dare risalto ad ogni singola
parola, alla sua corretta pronuncia ed intonazione. Aggiungiamo a questo un
altro aspetto, che è la cura degli effetti audio che "guarniranno" il
disco (alcuni intro e rumoristica varia) gentilmente "offerti" da
Umberto Tamilio alias Umbozzy! Umberto si è reso subito disponibile ad
occuparsi di questa cosa e ha fatto un gran lavoro e siamo molto contenti di
aver potuto usufruire della sua creatività per costruire brevi ma intense
sequenze audio.
Nel giugno 2016, sulla base della mole di lavoro da completare, abbiamo
cominciato ad “intravedere” l’opportunità di rinviare l’uscita.
Dal blog:
…Una riflessione va fatta sul
cambiamento di metodo che ha caratterizzato la nostra attività negli ultimi
mesi e che ha comportato un salto in avanti in termini qualitativi ma anche
qualche sfilacciatura nei tempi di adeguamento di una band abituata a gestire
tutte le cose in casa. Dopo aver demandato alcune decisioni manageriali
all'amico Gianfranco Belisario, ora ci troviamo seguiti per la parte musicale
da Fabio Lanciotti e da Ray Sperlonga, mentre per la grafica abbiamo incaricato
Giampiero Wallnofer e Bobby Galluzzi. Il
tutto si traduce complessivamente nella gestione di situazioni che esulano dal
completo controllo della band. Bisogna considerare l'impatto psicologico di
questo passaggio, visto che per alcuni è stato particolarmente duro da
accettare e da comprendere a pieno. I ritardi vanno imputati in parte proprio a
questo aspetto (le cose non dipendono più solo da noi...) ma anche ad un
generale calo di tensione, fisiologico quando si perde il contatto col palco,
che ci ha visto leggermente flettere in termini di disponibilità per le prove e
per altre attività. Non c'è da preoccuparsi, è abbastanza naturale, “l'attaccamento
ai colori” e l'entusiasmo è alto per tutti i componenti, ma resta difficile
coordinare un attività complessa (come è ora...) rispetto ad altre, tipo
famiglia, lavoro, salute e, diciamolo, impegni con altre band. Non si tratta di
una lamentela ma solo di una considerazione oggettiva… avremmo bisogno di più
tempo in sala prove e non riusciamo a trovarlo con la facilità di prima. La
conseguenza sarà un allungamento nei tempi dell'uscita del disco, ma, speriamo,
non una caduta di qualità del prodotto!
Nel luglio del 2016, poco prima della pausa estiva, si manifestano le
prime difficoltà a conciliare il materiale disponibile con l’obiettivo di
produrre un disco dalle sonorità più attuali.
Dal blog:
…Da ieri sera la band è
ufficialmente in vacanza, ma nell'ultima prova abbiamo assestato un bel colpo
agli arrangiamenti di Once Again e Brakeless che continuavano a rimanere legati
ad una impostazione troppo “ottantiana”. Con la collaborazione di Ray Sperlonga
per le linee vocali, ma anche per nostra volontà (condivisa dal nostro producer
Fabio Lanciotti e dal nostro management), il nostro materiale sta virando verso
uno stile più moderno e per coerenza, nell'ambito del disco, abbiamo dovuto
apportare modifiche a diverse parti ritmiche e anche alla scrittura di alcuni
riff. Pezzi come The Final Score ne sono usciti completamente trasformati ma
siamo curiosi (oltre che sicuri delle scelte fatte) di vedere come il pubblico
accoglierà queste "modernizzazioni". Non si tratta di modernismo ma
solo di rivisitazione odierna (intendo alla luce dell'evoluzione della nostra
espressività... non della volontà di seguire mode o tendenze del momento) di
materiale composto avendo in mente gli eighties, ma che oggi pensiamo di poter
proporre in modo diverso, senza temere il confronto con il metal più aggressivo
e tecnico che caratterizza ormai la scena odierna. Si tratta di uno sforzo di
equilibrismo tra tradizione e innovazione che ci sta tenendo impegnati con
tutte le nostre energie e capacità e che, piano piano, sta sempre di più
caratterizzando il nostro nuovo sound. Piacerà? Forse non a tutti. Non potevamo
pensare di bloccarci su una continua imitazione di noi stessi, abbiamo deciso
di andare avanti seguendo quello che ci viene dal cuore e dall'anima, forse un
rischio per una band come la nostra da cui si aspetta un approccio rigidamente
da “defender”… noi continuiamo ad esserlo... ma vogliamo farlo a modo nostro
..ai posteri l'ardua sentenza!
Nell’ottobre del 2016, dopo il concerto al Traffic con i Dexter ward,
nella band cominciano a farsi strada alcune considerazioni che finiranno per
condizionare in modo determinante i lavori del disco.
Dal blog
... noi con il vinile Heavy metal
fighters avevamo bisogno di comunicare la nostra "esistenza", dopo
lunghi anni di più o meno oscura militanza nell'underground. Quell'uscita è
stata vissuta come un "siamo stati questo", ma, sotto sotto, anche
con un altro messaggio: "noi amiamo il metal" e crediamo di
"conoscere il linguaggio espressivo" che lo caratterizza. In questo
forse siamo stati un po’ “scolastici” ma avevamo bisogno di colmare un buco, una
assenza di trent'anni dalle scene e una mancanza di uscite discografiche che,
secondo noi, avrebbero potuto darci un posto di maggior rilievo anche nella
scena metal nazionale. Se devi uscire in questo clima ci sta che la prima
preoccupazione è quella di un bambino al primo giorno di scuola... non fare
brutta figura e dimostrare "la potenzialità". C'è poi da dire che col
vinile sapevamo di concludere un periodo legato alla presenza di Andrea
Strappetti e questo ha condizionato, non necessariamente negativamente, la
scelta di un sound e di arrangiamenti "dedicati" ad esaltare le sue
caratteristiche, cosa che abbiamo fatto sempre nella nostra storia passata e
che ha finito anche per "connotarci" come genere, fortemente ispirati
a quelle bands a cui lo stesso Andrea faceva riferimento nel suo stile canoro
(Judas Priest su tutti). Da questo punto di vista, però, 30 anni di passione e
di ascolto del metal e sue evoluzioni (thrash, prog, power, epic, etc.), ampliano
i riferimenti espressivi e paradossalmente "piu sei vecchio di età" e
"più contaminazioni riesci a gestire", con un potenziale innovativo
maggiore rispetto a chi è cresciuto avendo a riferimento solo una decina di
band nel suo periodo adolescenziale. Da questo punto di vista, l'enorme talento
di Andrea, però, ci ha costretto a lungo a mettere da parte certe spinte e con
l'arrivo di Flavio, di 20 anni più giovane e con uno stile completamente
diverso, pensavamo di poterci ritagliare un maggiore spazio espressivo.
… l'arrivo di Flavio ci ha dato
l'impulso a rivolgerci anche ad un pubblico più giovane, ponendo la necessità
di uno svecchiamento generale, nella proposta scenica, nella comunicazione e
nella musica. Ma anche con Flavio, che nonostante l'età si può considerare a
tutti gli effetti un “defender” della vecchia guardia, la nostra evoluzione
musicale ha tardato ad arrivare e con "Naked truth" (il CD dal vivo)
abbiamo avuto l'esigenza di comunicare essenzialmente: "non solo
esistiamo, ma siamo più vivi che mai!". Il messaggio che ha prevalso,
quindi, sintetizzando un comune sentire della band, è stato quello di
presentarci, ancora incazzati e motivati, alle nuove generazioni... in estrema
sintesi "nudi e crudi" va letto come “vivi”, “vegeti” e senza
"conservanti", senza "orpelli" tecnologici o trucchi di
lifting...
Purtroppo anche su Naked truth,
che ha rappresentato pienamente il ritrovato entusiasmo dei Messerschmitt del
2015, la musica resta sostanzialmente quella "dei padri fondatori",
in un omaggio al metal classico, per quanto reinterpretato, eseguito con
passione e rispetto delle formule care alla nostra “adolescenza”. Su Naked truth la nostra voglia di spaccare
arriva tutta ed il risultato che ci eravamo prefissati è stato raggiunto in
pieno, tuttavia è evidente come anche Naked Truth risenta "del
passato" (considerando anche che contiene pezzi composti in un arco di
tempo che va dall'85 al 2000, con la sola eccezione de Bringer of mourning, che
risale al 2014).
.. e allora, oggi, chi sono i
Messerschmitt? Su Naked Truth c'è ancora la voglia di farsi conoscere
sgomitando e volendo accontentare "tutti", ma che "valore"
ha raggiunto la band in termini di personalità artistica? Ecco questa è una nuova
sfida, questa è la linfa della nostra motivazione attuale. Con il prossimo
disco le “commemorazioni” devono considerarsi finite. E’ giunto il momento per
la band di confrontarsi con la propria identità, per arrivare ad essere
finalmente “se stessa”, mettendo la propria faccia sulla scena del metal
nazionale, dicendo: "questi siamo noi", il "noi" che
abbiamo "scelto", dopo tanti confronti, entusiasmi, rallentamenti,
separazioni, un “noi” in senso artistico, ma anche in termini di metodo.
Con la maturità capisci che non
puoi fare tutto da solo e da questa considerazione viene il fatto che oggi
siamo in 5 sul palco, ma la squadra che c'è dietro è molto più estesa, con
diverse persone che si sentono legate con entusiasmo al progetto e che, su
nostra dichiarata richiesta, ci aiutano a capire limiti e potenzialità e ad
indirizzarci per alzare continuamente l’“asticella”. Ed ecco che i preziosi consigli di Gianfranco
Belisario ci aiutano a comprendere che cosa passa nella testa di chi
"compra" e "segue" il metal oggi, così come quelli di
Alessio, Alessia e Andrea (MMFactory) sono utili per conoscere e gestire il “misterioso”
(per noi) mondo del web (grazie anche Gianluca Cassandra che ci ha
"donato" un sito internet utile a questo scopo), per arrivare a
Raimondo Sperlonga e Fabio Lanciotti, da considerare quasi membri effettivi
della band, per il grande contributo nella co-scrittura e co-arrangiamento dei
nuovi brani e per la passione che hanno messo in questa collaborazione.
I Messerschmitt di oggi non hanno
paura di "confessare" questo approccio, perché si tratta di una
scelta consapevole, dettata dalla conoscenza dei propri limiti, ma anche dalla
determinazione nel raggiungere i propri obiettivi. Con il nostro prossimo
disco, il primo vero full lenght, intendiamo rivolgerci ad un pubblico più
esteso, lanciando un messaggio diverso rispetto al passato: "questi siamo
noi oggi, al massimo delle nostre capacità tecniche, artistiche e
organizzative". Questa volta, forse, non sarà un uscita
"scolastica", ma molto più legata all'identità vera ed attuale della
band. Se prima una stroncatura era poco probabile (visto che a tutti piacciono
band come Priest, Maiden e Kiss) con questo disco forse la rischieremo di più,
ma con un certo piacere, perché questa volta eventuali complimenti saranno
rivolti veramente a noi e a quello che siamo stati capaci di fare. Forse, anche
rispetto a Naked Truth, sarà proprio il prossimo disco che ci metterà più
"a nudo", come una band che emette, seppure tardivamente, il suo
primo vero "vagito" e intende essere "riconoscibile" e
"riconosciuta" per quello che è.
Non aspettatevi grosse
rivoluzioni, si tratta sempre di fottuto “heavy metal”, ma ora la proposta ci
rappresenta di più, con tutti i nostri limiti e le nostre influenze
(assolutamente eterogenee).
In questi ultimi mesi abbiamo
litigato di più, abbiamo perso e ripreso il controllo sui brani per decine di
volte e ci è voluto molto più tempo di quello che ci aspettavamo, ma oggi, più
o meno al 50% delle registrazioni, siamo orgogliosi di riconoscerci in questo
lavoro in tutto e per tutto, pronti a prenderci qualsiasi critica, ma anche
emozionati come bambini nell'attesa di vedere come "il mondo"
accoglierà la NOSTRA musica. E se il
disco dovesse andare male? Nessun problema, ne faremo un altro meglio! ... Finché
c'è la salute... se il fuoco del metallo dentro di noi non si è spento in 30
anni, pensate che possa spegnersi proprio ora, che siamo una band vera e viva,
solo perché a qualcuno non andiamo completamente a genio?
Nel dicembre 2016 le riflessioni illustrate sedimentano e portano a
conclusioni importanti e a decisioni conseguenti.
Dal blog:
…Causa diversi problemi
organizzativi (eufemismo di "grandissimi casini") la band ha visto un
leggero rallentamento delle attività. Nonostante l'età media elevata, non si
riesce mai a poter contare su una certa stabilità “emotiva” ed
“organizzativa”. Problemi di “cuore”, di
lavoro, di famiglia, di salute, continuano ad influire sulla band (come da
sempre e come è giusto che sia) incidendo anche sui tempi di realizzazione dei
nostri progetti che, forse erroneamente, avevano assunto una dimensione ai
limiti del “professionale”. Niente di grave, tutto nella normalità delle cose,
ma dobbiamo ormai prendere atto che non chiuderemo le registrazioni del disco
entro l'anno come ci eravamo prefissati. Anzi, sia a causa dei problemi citati,
sia come conseguenza di un "ripensamento" che spiegherò di seguito,
c'è il rischio che il disco slitti (per l'ennesima volta) molto in là nel 2017.
Il "ripensamento", che
nasce da una analisi condivisa con la nostra "squadra allargata" ed
in particolare con il nostro project manager, direttore artistico o come volete
chiamarlo, alias Mr. Fabio Lanciotti, consiste nell'aver preso atto che otto
pezzi nuovi, composti ed arrangiati in circa un anno, probabilmente non
riescono a reggere il confronto con gli otto brani di Naked truth, frutto di 10
anni di lavoro.
Non si tratta di qualità in senso
assoluto, ma di necessità di sedimentazione ed affinamento. I primi quattro
pezzi sono volati via lisci, mentre per gli altri ci siamo resi conto che il
lavoro da fare è ancora molto se si intende portarli al livello che meritano.
La verità è che fare musica
originale e volerla fare bene consiste in un lavoro molto complesso e per noi,
in questo momento, con i tempi a disposizione rosicchiati al resto degli
impegni personali, seppure di grande soddisfazione, si traduce in una vera e
propria impresa.
Ci serve altro tempo, quindi,
perché in sala prove non ci accorgiamo di certe cose che si palesano in studio
di registrazione (durante la pre-produzione); perché avere due chitarre
significa anche "una responsabilità" in più, in termini qualitativi e
di scrittura dei riff; perché avere un coach che lavora con il cantante
separatamente sulle linee vocali e sull’adattamento dei testi significa uno
sforzo di coordinamento in più; perché per testare continuamente idee e
arrangiamenti in locali che ti permettono di distinguere le note devi “uscire”
dalla sala prove (la nostra è una cantina male insonorizzata e satura di
umidità) e avere il buon Fabio Lanciotti disponibile per lavorare in studio
nelle pre-produzioni.
Per questi motivi la band deve
arrendersi ai fatti. Lavoreremo al massimo delle nostre capacità e
disponibilità, continuando, senza mollare un passo, nel voler portare a termine
questo progetto (disco) il prima possibile, ma ormai è evidente che non ci
riusciremo nei tempi che speravamo un anno fa. Comunque, mentre "L'ottimo
è nemico del bene" continuerà la sua eterna lotta contro "la gatta presciolosa
fa i gattini ciechi"… a voi non resta che pazientare…
All’inizio di gennaio del 2017, le difficoltà della
band si palesano in modo evidente e portano ad una scelta dolorosa, ma che si
rende necessaria e cioè alla decisione di cambiare cantante. Non è una
bocciatura nei confronti di Flavio, ma una resa all’evidenza circa l’impossibilità
di perseguire una identità artistica della band. La decisione matura
congiuntamente ad una improvvisa inversione di tendenza: la band si rende conto
di aver bisogno di compattezza “generazionale” e di ampliare i confini
espressivi con un cantante che ci permetta di spaziare maggiormente tra le
numerose ed eterogenee influenze ed ispirazioni che, sempre più, ci chiedono di
“cucire” un nuovo vestito alla band, uscendo da binari consolidati e rischiando
il tutto e per tutto in una proposta sempre più rivolta alla “nostra
soddisfazione” più che alle aspettative di chi ci segue.
Dal blog:
L'anno nuovo inizia all'insegna
del cambiamento. Le nostre riflessioni, solo in parte anticipate, ci hanno
portato ad un ripensamento profondo sul metodo e sul futuro della band. Come
già detto, arrivati a questo punto e alla vigilia dell'uscita del nostro primo
vero full lenght, abbiamo sentito una forte spinta verso la ricerca di una
maggiore identità artistica.
Ci è chiaro, ormai, che le nostre
velleità non possono essere commerciali e non possiamo nemmeno confrontarci con
band che stanno puntando al successo, sia per età che per tempo a disposizione.
Abbiamo, semmai, il bisogno di connotarci e di ritagliarci un nostro posto nel
metal romano e nazionale. Questa necessità prevede anche il ritorno ad un
maggiore lavoro "in sala prove" dove abbiamo deciso, sin dall'inizio,
che si debba vivere la nostra esperienza di band, fatta essenzialmente di
rapporto umano e di passione per la composizione di brani originali. Senza
rinnegare le preziose collaborazioni in atto, che dovranno continuare ad aiutarci
per migliorare le "nostre" idee, il proposito del nuovo anno è quello
di "riappropriarci" del progetto Messerschmitt in un’ottica più
identitaria e generazionale.
Il 20 gennaio 2017, dopo la decisone di cambiare cantante, la band si
ritrova a “chiudersi” in se stessa, interrompendo una spinta “organizzativa” a
vantaggio di un percorso più introspettivo, finalizzato alla connotazione di
una “nuova identità artistica”.
Dal blog:
… i recenti cambiamenti fanno parte
di un evoluzione/involuzione (secondo da che ottica si osserva) basata sul
fatto che, anche se "tardivamente", il lavoro sul disco ci ha aperto
gli occhi su molte cose, prima tra tutte su chi siamo veramente e su cosa
vogliamo e possiamo fare effettivamente in futuro.
Ci siamo resi conto che per età, impegni
familiari, lavoro, tempo a disposizione, il "centro" della nostra
avventura musicale non può più essere il palco, né le tournée, né la visibilità
mediatica, né lo stare al passo con regole di marketing costruite su misura per
chi ambisce ad un successo commerciale, ma risiede essenzialmente in una
attività "di cantina" (oggi si chiama sala prove..). E' li infatti
che noi passiamo il 95% del nostro tempo dedicato alla musica, è lì che la
nostra passione e la nostra creatività prendono forma e trovano sfogo, è lì che
c'è scambio tra persone che "condividono" anni di ascolto e lo stesso
sogno...
… L'esperienza sul disco in
lavorazione, infatti, ci ha portato a vedere "il nostro futuro" con
più chiarezza e, se vogliamo, ha anche portato un ridimensionamento delle
aspettative di una band che si era notevolmente motivata negli ultimi anni
nello scalare il consenso degli appassionati del metal nostrano. Questo
ridimensionamento, per noi, tuttavia, significa anche "crescita". Sembra strano, ma è così... un deciso “passo
indietro” rispetto a "ciò che serve per avere consenso", ma un grande
“passo in avanti” per "riuscire a fare quello che ci piace fare".
Questo per dire che, nonostante
quelle che possono sembrare avversità, in questo momento la band è in una sorta
di "trance", come se avessimo avuto tutti, chiaramente, la visione di
ciò che ci serve per essere gratificati... e cioè essere noi stessi, con tutti
i limiti e le inadeguatezze di gente di cinquant'anni che suona metal a Roma,
in Italia, nel 2017, provando poche ore a settimana... ma avendo in testa la
propria musica 24 ore su 24, con la stessa passione di 30 anni fa.
Ecco, allora, che, con grande
umiltà e ritrovato entusiasmo, da domani torniamo a fare quello che ci piace
fare, forse con meno grilli per la testa, rinviando ogni scadenza impossibile, ma
con la convinzione di avere ancora di fronte molte ore di
"divertimento" con la musica che amiamo.
A metà marzo del 2017 la band appare totalmente immersa nel suo nuovo
corso
Dal blog:
… la band si ritrova chiusa in se
stessa, alle prese con un processo di trasformazione per noi importante. Anche
le comunicazioni ufficiali sui social sono ridotte all'osso e demandate agli
amici della MMFactory. Stiamo attraversando un periodo di auto-isolamento,
abbiamo bisogno di lavorare senza influenze esterne e senza scadenze, questa è
stata una scelta che si è delineata nel tempo durante la lavorazione del disco.
Non saprei spiegare nei dettagli
la dinamica, ma sostanzialmente ci stiamo occupando solo della musica, con un
metodo diverso rispetto al passato. Nonostante il silenzio “mediatico”,
infatti, stiamo vivendo un fermento creativo molto coinvolgente ed appagante e,
cosa più bella, lo stiamo facendo insieme, come una vera band.
Abbiamo dovuto derogare su alcuni
aspetti (stiamo usando i PC per lavorare a casa e scambiarci idee perché le ore
passate in sala prove non si sono dimostrate sufficienti), ma forse mai come in
questo momento ci sentiamo uniti e determinati.
Mourinho direbbe "contro
tutto e contro tutti" come motto unificante ed efficace sul piano
motivazionale, ma non è il caso nostro. Per noi si tratta di un nuovo
equilibrio anche sui rispettivi ruoli interni, arresi ormai all'impossibilità
di approcciare questa esperienza in un’ottica commerciale. Stiamo scrivendo
musica insieme, stiamo provando con intensità, stiamo cercando di dare un’identità
alla band senza stereotipi, col solo obiettivo di sentirci tutti protagonisti e
sostenitori di questo progetto.
I tempi per l’uscita del cd non
sono più stimabili, ma l’importante è che ci stiamo divertendo molto e quello
che sta venendo fuori per noi è di grande soddisfazione. Abbiamo un nuovo
arrivato alla voce e questo ci ha costretto a rivedere un po’ tutto, ma questo
processo ci sta facendo crescere. La sensazione è che ora risultiamo più
"credibili” soprattutto “a noi stessi", stiamo inserendo soluzioni
che in passato avremmo scartato per motivi di "opportunità", stiamo
litigando molto di più perché ognuno di noi vuole "contribuire" in
termini creativi e cominciamo a vedere il disco come un messaggio unico,
coerente, identitario, destinato forse a non piacere a tutti, ma funzionale a
farci sentire tutti rappresentati.
Forse i Messerschmitt di qualche
tempo fa non esistono più, ma non ne siamo minimamente preoccupati perché
stiamo vivendo uno dei momenti di massima compattezza della band, con tutti i
problemi di sempre. Ce ne accorgiamo perché in sala prove si parla solo di
note, stacchi, riff, linee melodiche e non c'è nostalgia ne tensione per il
futuro. Viviamo in un momento temporale "sospeso" che la nostra
sensibilità ci suggerisce essere prezioso in quanto foriero di un lavoro di
grande qualità (forse dovrei scrivere soddisfazione perché, forse per la prima
volta, stiamo lavorando soprattutto per noi!)
Dopo l’ufficializzazione dell’ingresso
di Luca Loreti alla voce, avvenuta il 16
aprile 2017, la band comincia ad esplorare nuove soluzioni ed intravede
nuove potenzialità.
Dal blog:
Assorbita con fatica (emotiva ed
umana) l'uscita dalla band di Flavio, ora possiamo dire di aver ricominciato la
nostra strada con un nuovo compagno di viaggio. Il "sogno" prosegue
con un cantante diverso da tutti quelli che lo hanno preceduto: Luca ha una
grande personalità ed una bellissima voce e possiede una grande inclinazione
melodica, le sue "origini" artistiche pescano a piene mani anche al
di fuori del "nostro" genere e questo significa molto. Significa
innanzitutto una ancora maggiore potenzialità espressiva per la band, significa
recuperare molte idee scartate perché non adatte ai precedenti cantanti e,
ahimè, significa anche ri-adattare al suo timbro ed al suo stile il nostro modo
di scrivere ed arrangiare. Di questo ce ne siamo resi conto subito ed è ormai
più di un mese che abbiamo iniziato questo lavoro, partendo dai pezzi che
finiranno nel disco. Siamo convinti che Luca sia la persona giusta per
esprimere "tutto" quello che siamo e che vogliamo essere, rischiando
anche di "uscire" dal solco del metal più classico quando lo
riterremo utile o interessante, senza per questo tradire il nostro sound che
resta naturalmente e saldamente ancorato alla nostra storia e alle nostre capacità
tecniche ed espressive…
A metà maggio 2017, si delineano le considerazioni che porteranno a
modifiche sostanziali al materiale destinato al disco.
Dal blog:
…Lavoro "silenzioso" e
costante sul disco. Non pensiamo di tornare a suonare live prima di settembre
perché siamo concentrati ad ultimare il lavoro che ci "dovrà" permettere
di uscire con il full lenght il prima possibile (il ritardo accumulato comincia
ad essere imbarazzante rispetto a tutte le volte che abbiamo annunciato
l’imminente uscita…). Abbiamo deciso di dare priorità a questo obiettivo: il 7
giugno faremo un ultima sessione di pre-produzione (con quella che dovrebbe
essere la lista definitiva dei brani) e il 15 settembre (giorno più giorno
meno) entreremo in studio per registrare tutto.
Si conferma l'intenzione di
pubblicare 8 pezzi nuovi, composti a partire dalla pubblicazione di Naked truth
(2015). Il nostro metal classico si è aperto a varie contaminazioni, dal thrash
al prog, anche grazie alla duttilità vocale di Luca, ma stiamo tentando di
dimostrare che la personalità di una band non dipende tanto dal "genere"
che fa, ma dal suo "sound" e dal suo modo di sviluppare le idee.
Quindi, che sia metal, prog, power o epic per noi è importante che si riconosca
il marchio "Messerschmitt" in termini di impatto (per noi il metal,
alla fine è, e deve restare, una potente evoluzione del rock'n'roll). Pochi
fronzoli (anche perché non abbiamo tempo), nessuna ruffianeria a nessuna moda o
tendenza, solo passione ed energia. Eccovi una anticipazione dei titoli di
alcune delle nuove canzoni, premettendo che per oscuri motivi si tratta spesso di
titoli "lunghi" come Like Watching a New Child Born, Hunter Today
Prey the Next Day, Born in The Slums of Rome, Glimpse of Shame. Ovviamente si
tratta di titoli che potrebbero essere ancora provvisori ma che si aggiungeranno
a quelli già decisi da tempo… Raising Hell, The Final Score, Brakeless e Once
Again.
A metà dicembre 2017 la band torna in studio per rifare “da capo” tutto il
disco. Tutto il lavoro precedente viene considerato pre-produzione. Una scelta
coraggiosa ma consapevole. La band percepisce la necessità di proporsi
risuonando tutto il disco alla luce di tutto il lavoro di
adattamento/affinamento/ripensamento intercorso negli ultimi mesi ed innescato
dall’arrivo di Luca alla voce.
Dal blog:
Siamo "tornati" in
studio per finire di registrare questo benedetto primo album! Anzi... non si
tratta di finirlo, ma di riregistrarlo tutto da capo!
Questa la decisione presa di
comune accordo. Tutto il lavoro sin qui fatto diventa “pre produzione” ma le
registrazioni definitive saranno tutte ex novo, per “incassare” il lavoro di
affinamento e di ulteriore arrangiamento svolto sui pezzi confermati… e per
inserire i nuovi in modo coerente dal punto di vista del sound. Iniziamo,
quindi, da capo, ma stavolta entriamo in studio molto più pronti (si può dire
che abbiamo fatto una pre-produzione di due anni!), con scelte di arrangiamento
molto ben definite. Con questa nuova programmazione dovremmo andare più
spediti, ma per ovvie ragioni non osiamo formulare alcuna ipotesi sulla
chiusura definitiva del lavoro (l’obiettivo attuale è pubblicare il CD prima
dell’estate prossima)
Nel dicembre 2017, approfittando delle vacanze natalizie, terminano le
registrazioni del disco ed inizia la fase di editing. A causa dei nuovi arrangiamenti,
questa ultima fase richiede molto più tempo del previsto, specie per le parti
di batteria. La band decide inizialmente di presentare il CD a marzo, ma subito
dopo si rende conto della necessità di altro tempo, rinviando il tutto al 9
giugno (data inizialmente concordata per la release ufficiale anche con Marco
Fatini, organizzatore dell’evento). Dopo alcuni live di prova (in cui la band
ha cominciato ad introdurre in scaletta due o tre brani del disco), con la
grafica già in stampa, arriva il momento di dedicarsi ai suoni definitivi e ci
si rende conto che i grandi cambiamenti introdotti negli arrangiamenti e nel sound
della band costringono ad un ragionamento attento e a diverse prove prima della
scelta definitiva. Di comune accordo con il producer Fabio Lanciotti, la band
decide di rinviare ulteriormente la presentazione del disco a dopo l’estate.
Nel luglio del 2018, dopo un paziente e attento lavoro di editing e di
mastering, il disco Messerschmitt – Raising
Hell è pronto e viene mandato alla stampa. Uscirà, come il precedente, in
collaborazione con la Metal Zone di Gianfranco Belisario.
Il 29 settembre 2018 il Cd Raising Hell viene presentato ufficialmente al pubblico. Il release party viene organizzato al Fucksia. In questa occasione, che vede l'esibizione anche dei Way Out, i Messerschmitt si esibiscono live presentando live tutti gli 8 brani del disco. Il Cd, in edizione digipack, è da questa data disponibile per la vendita.
Il 13 ottobre 2018 il cd Raising Hell viene presentato presso il negozio di dischi Ace records (viale Tirreno 113) dove sarà disponibile per la vendita al pubblico ad un prezzo di 10 Euro (oltre a poter essere richiesto direttamente alla band tramite la pagina ufficiale fFcebook)
APPENDICE: HYSTORY OF MESSERSCHMITT, HEAVY METAL FIGHTERS SINCE 1983
1982: si formano a Roma gli Zelloffen (Ciancaleoni, Appetito, Menna, D’Olimpio, Baffo Jorg)
1983: esce il primo demo degli Zelloffen (Mister fire, Metallic kids, Aquilonia avenue, Grave bells, Danger)
1983: la band cambia monicker da Zelloffen a Messerschmitt
1984: Andrea Strappetti sostituisce Baffo Jorg alla voce
1984: esce il primo demo dei Messerschmitt (Red baron, Another countenance, Kamikaze, Outlaw power e Angel of death)
1985: Alessandro Chiadroni sostituisce Fabio D’Olimpio al basso
1985: la band autoproduce il singolo Heavy Metal Fighters (registrato al Kamelot Studios). In scaletta compaiono altri brani in stile NWOHBHM (Resurrection, Hit the steel, Ivanhoe, King of fairland, Dreams of emperor, Damn slippery road)
1985: i Messerschmitt partecipano alla trasmissione televisiva Tandem (RAI 2) eseguendo Heavy Metal Fighters (dal vivo)
1986: per un breve periodo Giancarlo Cornetta sostituisce Francesco Menna alla Batteria e Fabio Capulli prende il posto di Alessandro Chiadroni al basso
1986: Fabrizio Appetito parte per il militare e Francesco Ciancaleoni si trasferisce fuori Roma e i Messerschmitt si sciolgono
1987-2006: gli ex membri della band partecipano ad altri progetti (D.O.C., Pleasure Palace, Blizzard, Mindscape, Maskim, Machine head, Fireball, Hush, Steel Tyrant). Francesco Ciancaleoni continua comunque a comporre materiale pensando ad una possibile reunion dei Messerschmitt
Dicembre 2007: i 4/5 della formazione del 1985 (Appetito, Ciancaleoni, Strappetti, Menna, a cui si aggiunge al basso il cugino di Francesco Menna, Claudio Mottola) si ritrovano in sala prove (al Legend studio) per una rimpatriata. Si eseguono versioni ri-arrangiate di Heavy metal fighters, Resurrection e Hit the steel
Febbraio 2009: a causa di problemi organizzativi e incompatibilità varie, il primo tentativo di reunion della band si esaurisce senza esiti (nessun live).
12 gennaio 2012: i Messerschmitt decidono di riprovarci: prima prova all’Elefante bianco con una nuova sezione ritmica composta da Walter Scoccia al basso e Matteo Moriconi alla Batteria
28 settembre 2012: La nuova formazione esordisce dal vivo al Porky’s live club eseguendo versioni ri-arrangiate di Heavy metal fighters, Resurrection e Shape the steel (ex Hit the steel), a cui si aggiungono King of Sky e The Nightrunner
2013: esce una compilation allegata al volume ANNI DI METALLO (a cura di A. Ciccomartino) che comprende Heavy metal fighters dei Messerschmitt (versione originale del 1985) oltre a Metallic kids degli Zelloffen (dal demo del 1983)
28 giugno 2014: Luca Federici sostituisce Matteo Moriconi alla Batteria
31 luglio 2014: Mario Ghio sostituisce Walter Scoccia al basso
2014: esce una compilation dedidcata ai Kiss e allegata al libro Kissed by Kiss (A. Ciccomartino): i Messerschmitt partecipano con la cover di Deuce
29 aprile 2014: Andrea Strappetti si trasferisce all’estero per lavoro e lascia la band
16 settembre 2014: Flavio Falsone entra nei Messerschmitt alla voce
26 febbraio 2015: i Messerschmitt aprono per i Tygers of Pan tang al Jailbreak
27 febbraio 2015: i Messerschmitt, in collaborazione con Fabio Lanciotti, registrano un live al Closer
Marzo 2015: esce, in edizione limitata, il vinile Heavy Metal Fighters (Ace Records): si tratta di una raccolta antologica che contiene 4 brani cantati da Andrea strappetti (nuove versioni ri-arrangiate dei brani già in scaletta nel 1985 e cioè Heavy metal fighters, Resurrection, Heroes of the rising sun (nuovo titolo di Kamikaze) e Shape the steel (ex hit the steel) oltre al demo completo dei Messerschmitt del 1984
Settembre 2015: esce il CD Naked truth Live@closer (Metal Zone) registrato e prodotto da Fabio Lanciotti in occasione del live del 27 febbraio 2015 al Closer. il CD contiene Blood and tears, King of sky, Heroes of the rising sun (kamikaze rep.), The Nightrunner, Resurrection, Bringer of mourning, Shape the steel e Heavy metal fighters
23 ottobre 2015: il brano Heroes Of The Rising Sun (Kamikaze reprise), remix della versione comparsa sul vinile ma cantata da Flavio Falsone, compare nella Compilation Metal Years vol. 1 (Ace Records/Celtic Moon Moon Records)
8-10 gennaio 2016: i Messerschmitt aprono per le date italiane del tour degli epic metallers greci Battleroar
12 febbraio 2017: il brano Heavy Metal Hero compare nella compilation Metal Years vol. 2 (Ace Records/Celtic Moon Moon Records). La compilation viene presentata in occasione di un concerto al Jailbreak in cui si esibiscono i Messerschmitt e la band annuncia che si tratta dell’ultimo concerto di Flavio Falsone alla voce
18 aprile 2017: Luca Loreti entra nei Messerschmitt alla voce
3 settembre 2017: Luca Loreti fa il suo esordio on stage in occasione del Rometal 2017
Dicembre 2017: la band entra in studio per registrare la versione definitiva di Raising Hell (dopo due anni di pre-produzione)
29 Settembre 2018: esce il CD Messerschmitt - Raising Hell (Metal Zone), primo full lenght in studio della band, prodotto da Fabio Lanciotti e con la collaborazione di Ray Sperlonga. Contiene Raising Hell, Like Watching A New Child Born, Glimpse of Shame, Born In The Slums Of Rome, Hunter Today Prey The Next Day, Once Again, The Final Score, Brakeless.